mercoledì 29 aprile 2015

M come Mercoledì 29 aprile


Immagine Madebyme

M come Mercoledì. Ventinove aprile Duemilaquindici.

M come Me. 
Madre anche di Sofia. 
Nonostante in effetti non la vediate accanto a me, 
l'ho cullata nella mia pancia per 9 mesi. 
E' nata. E dopo 2 giorni, è morta.
Questo mercoledì parlerò di storie meravigliose e di vita.
Quelle che riguardano le morti perinatali.

(Convenzionalmente si considerano morti perinatali 
quelle che avvengono tra la 27a settimana di gravidanza 
e i 7 giorni dopo il parto, ma includo tra queste 
qualsiasi figlio morto durante la gravidanza, 
e qualsiasi figlio amato morto ancora piccolino).

Sono storie di amori e di adii che hanno protagonisti bimbi 
che purtroppo si fermano troppo poco.

In Italia, ogni giorno, sono 6 i bambini che nascono morti 
e 4 quelli che muoiono dopo la nascita.
Al giorno! Solo in Italia!

Questi Figli sono desiderati ed amati. Questi Figli mancheranno sempre.
Queste storie di amore e di dolore coinvolgono tutta la famiglia... 
la mamma ed il papà, i fratelli e le sorelle e anche nonni o zii 
e chiunque li stava aspettando con gioia ed entusiasmo 
e che adesso li deve salutare con dolore.




Il dolore è immenso e spesso inaccettabile per la società che chiede di non parlarne.
Che chiede di dimenticare. 
Che non ha voglia di fermarsi e comprendere 
nel modo più diretto e inconfutabile e disumano che con la vita, 
abbiamo un'unica garanzia, e cioè la morte.
Un lutto, ed una tragedia, quella di questi bimbi che per così poco rimangono con noi, s
spesso sottovalutati. Minimizzati. 
Considerati "piccoli" perché si tratta di bambini ancora piccoli 
o addirittura ancora in pancia.
Ma il dolore, ve lo assicuro, è invece grande.
Direttamente proporzionale, se mi fosse richiesto quantificarlo, 
ai giorni che questi Figli non vivranno mai. 
E sono tanti considerando l'aspettativa media di vita di un essere umano oggi.
Enorme. Immenso. Lacerante. E costante.

Insieme ai nostri Figli muoiono i sogni condivisi con loro.
Insieme ai nostri Figli muore un pezzetto di noi 
e la nostra storia e la nostra vita non sarà più la stessa,
 e soprattutto si interrompe la vita che avremmo dovuto condividere con loro, 
e che non sarà mai.



Si dice che queste cose capitano. 
Invece non dovrebbero proprio capitare.

Si dice che doveva andare così. 
Invece non sarebbe proprio e per niente dovuta andare così.



Si dice che è meglio siano morti piccoli. 
Invece è meglio che i figli non muoiano mai. 
I bambini, tutti, dovrebbero vivere e non morire.

Si dice che adesso bisogna dimenticare. 
Ecco, invece non si dimenticheranno mai.
E devono essere ricordati!

Si dice che "almeno" ne abbiamo di altri o ne faremo subito di altri, di figli.
Invece quel nostro figlio, quel nostro bambino non verrà sostituito da nessun altro.
E gli altri che ci sono o che verranno saranno altri bambini e altre vite. 
Ma non saranno mai la vita mai vissuta di quel figlio morto. 
E fidatevi, siamo riconoscenti comunque, pur piangendo chi non c'è più, 
di chi è tra le nostre braccia. 

Si dice che ognuno ha ciò che si merita o che è in grado di sopportare. 
No e poi no. 
E' la vita e le cose accadono e non sono castighi e non c'è nessun senso. 
E' disumano accettare la morte di un figlio.
Nessuno se la merita. 
E nessuno è in grado di sopportarla meglio di altri.

Si dice che ora sono angioletti. 
Rimangono i nostri figli, i nostri bambini. Non dimenticatevelo mai.
Si dice che avevano bisogno di un angelo in cielo!
Si tratta di nostro figlio, e il suo posto era qui, in terra con noi.

Si dice che ora stanno meglio. 
Invece l'unico posto dove i bambini stanno bene, 
è tra le braccia delle loro madri e nelle loro famiglie.

Si dice che la natura fa una selezione naturale. 
Sarà, ma la morte di un figlio è ciò che di più innaturale possa accadere ad un genitore.

Si dice che la vita continua.
Il tempo continuerà a trascorrere e il dolore si trasformerà.
Ma la nostra vita si è interrotta.
Si è spezzata.
Serve tempo per riprendere in mano i pezzi.
Per metterli insieme.
E la vita ricomincerà. Anche per noi.



Si dice che alla fine non abbiamo nemmeno avuto il tempo di affezionarci, a questi bimbi!
Li amiamo dal primo istante, dal primo momento.
E ci si affeziona a cani, gatti e conigli.
Come potremmo non amare spasmodicamente un figlio!?!?!
E affezionarci subito e per sempre?

Si dice che non fa bene continuare a parlare dei nostri figli morti.
Noi a dire il vero, parlando di loro, 
vorremmo semplicemente celebrare ed onorare i nostri figli, 
che certo avremmo preferito avere vivi.
E ci fa solo bene. Soprattutto quando ci ascoltate.

Si dice che più ne parliamo e più soffriamo. 
Invece a noi, includerli nel nostro quotidiano, permettete di ripeterlo, fa un gran bene. 
Se fossero stati vivi sarebbero stati comunque protagonisti della nostra vita. 
Scrivere i loro nomi e sapere che anche per gli altri esistono, 
anche se invisibili, non ci fa soffrire di più.
E non possiamo fare molto per loro, se non continuare ad amarli.

Si dice che ora bisogna smettere di piangerli. Invece li piangeremo sempre.
E se domani, quando pensando a loro o parlando di loro ci emozioneremo 
e ci si riempiono gli occhi di lacrime, 
non diteci che adesso ne abbiamo altri, 
che adesso dobbiamo andare avanti, che adesso sono angeli, 
che adesso "almeno" non soffrono più... 
semplicemente non diteci nulla, e se vi va, abbracciateci.
Non abbiamo bisogno di pietà. 
Non abbiamo bisogno di consolazione o parole dette magari per farci sentire meglio 
ma spesso con risultato opposto.
Non abbiamo bisogno di giudizio.
Abbiamo solo bisogno che il nostro dolore venga rispettato.
Abbiamo solo bisogno che i nostri figli siano ricordati.
Con amore e con affetto. 
In tempi di social a volte ci va di parlare anche di loro.
Così come facciamo con gli altri figli.
Non è che siamo depresse o esaurite o abbiamo bisogno di sedute dallo psicologo, 
se li nominiamo!
Un "mi piace" ci basta.
E sappiamo che significa "ti sono vicina", "mi spiace".

Siamo madri, padri, persone che hanno amato e che amano qualcuno che non si vede.
E pur mancandoci sempre ed ogni istante, a volte, 
e non solo nelle occasioni dei compleanni o degli anniversari di morte, 
ci mancano di più.
Non siamo contagiosi. E non vogliamo rattristare nessuno.
Tra le gioie e le risate e i sorrisi e le cose belle, 
c'è anche un pezzetto di strada e di cuore che appartiene a questi bambini piccini.
Rispettate le loro vite. 
E quelle di chi tanto li ha aspettati e desiderati e amati 
e che per così poco li ha potuti avere.
E il fatto che i nostri figli siano invisibili non cambia il fatto che si rimane loro genitori comunque!
A breve sarà la festa della mamma, non ne escludiamo nessuna solo perché i suoi bambini non sono tra le sue braccia!

A volte ne parleremo solo con amore, altre con sofferenza e dolore.
Mancano e rimangono preziosi. Tutto qui.



"Se sei un genitore colpito da lutto" o un famigliare "e stai affrontando l’immenso dolore della perdita del tuo bambino durante la gravidanza o dopo la sua nascita, per aborto spontaneo, per interruzione terapeutica di gravidanza, per morte intrauterina o per morte perinatale, a te arrivi il nostro abbraccio, in segno di rispetto e condivisione.” 
Così si legge sul sito di un'Associazione, Ciao Lapo Onlus, 
che in Italia offre sostegno e aiuta le famiglie che si trovino ad affrontare un tale dolore.


Associazione fondata da Claudia Ravaldi e Alfredo Vannacci nel 2006, 
nata sulla scia di amore lasciata dal loro figlio Lapo che è morto a pochi giorni dalla sua nascita, 
e con il desiderio che nessun genitore si possa ritrovare solo ad affrontare un tale evento.
A loro sono molto grata perché mi hanno accolta e mi hanno compresa 
dando valore alla vita breve di mia figlia 
e trovando un posto al mio immenso dolore.

Cliccando QUI e sul loro sito trovate anche le frasi e le parole e le cose da fare 
per aiutare qualcuno che amate e a cui sia accaduto di aver dovuto salutare un bimbo piccino.
Non vi troverete in imbarazzo la prossima volta che ci incontrerete, 
e vi permetteranno di avvicinarvi con affetto e senza paura, al nostro dolore.

Ogni anno il 15 ottobre si celebra la giornata mondiale delle morti perinatali.
CiaoLapo Onlus è promotore di un evento denominato "Onda di Luce" 
che è occasione per informare ed accogliere e ricordare queste storie preziose e piene di vita.
Nel 2011 CiaoLapo era presente anche in Piazza Garibaldi a Cantù, 
per la prima volta in provincia di Como.
Dal 2012 invece è a Como, in Piazza del Duomo.
E in moltissime altre piazze.
Ve le indicherò tra qualche mese.




Ieri mi figlia Sofia avrebbe dovuto compiere 4 anni.
Invece domani sarà il quarto anniversario della sua morte.
Lo scrivo piangendo. 
Lo scrivo come una madre innamorata che non ha una figlia a cui organizzare un compleanno.
Come me sono tante le madri piene di amore 
con il cuore che scoppia dalla voglia di amare questi figli invisibili!
Io vorrei ringraziare tutti coloro che con rispetto non hanno paura di questo amore.



Ringrazio l'Associazione CiaoLapo Onlus che sostengo 
e che rimane in Italia il riferimento serio e professionale nell'assistenza 
ai genitori e che opera e lavora anche nella ricerca
e nella prevenzione di queste morti,
collaborando con le Associazioni mondali e 
intervenendo sul territorio italiano
con gli ospedali e gli operatori.

Grazie a chi mi conosce e mi vuole bene e mi prende "all inclusive"!

E ringrazio voi che siete arrivati fino qui.
Attraversando con me questo mercoledì che non voglio assolutamente sia triste o doloroso, 
ma semplicemente sia un mercoledì più consapevole.
E a volte sapere ed affrontare un argomento ancora considerato spaventoso, 
ci aiuta ad accettarlo come parte della vita e adesso, 
con più serenità e sicurezza, assorbirlo e trasformarlo in rispetto e amore e tenerezza.
Sorridiamo e respiriamo. 
Abbracciamo la vita con meno giudizio e con più empatia.
Con riconoscenza e fiducia,
buon mercoledì,
vostra M as me 
(ovvero Marina mamma anche di Sofia, sopravvissuta alla sua morte, innamorata della sua vita, testimone di amore, il cui Blog è un diario di come si possa ancora sorridere 
e respirare e mangiare e... amare!)


2 commenti:

  1. Cristina io ti ringrazio. Di cuore. Gli abbracci, i messaggi, le parole. Tutto fa un gran bene al cuore che duole.
    E tu sei straordinariamente vicina.
    Grazie. Davvero.
    Marina M.

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