mercoledì 30 settembre 2015

M come Mercoledì 30 settembre con le emozioni




M come Mercoledì.
Di Emozioni.
Inside Out docet.
L'avete visto il film della Pixar in programmazione nelle sale cinematografiche in questi giorni?
Parla di emozioni.
Massimo Gramellini nel suo Buongiorno 
ne elogia il pregio di aver osato parlare di tristezza 
ed averla inclusa come una necessità al pari, e forse più importante, della gioia,
per il raggiungimento della serenità.
E, in una società egoista e che deve apparire, essere anche, a volte, tristi,
 non è di moda.
Cosa ci passa per la testa?
E' interessante considerare che il punto di vista delle emozioni nel film, 
non si trovi nel cuore, bensì, come in effetti è, sia una questione cerebrale.
Ad ogni emozione, almeno a quelle considerate, è stato affidato un colore.
Tristezza azzurro.
Paura viola.
Disgusto verde.
Rabbia rosso.



E in effetti, a chi non è capitato di vedere tutto nero qualche volta?
Da sempre i colori hanno aiutato ad esprimere visivamente un sentimento.
Il film affronta poi in maniera seria, ovviamente semplificata, 
tutto il funzionamento fisiologico della psiche.
Ricordi base. Isole della personalità.
Archivio. Memoria a lungo termine. 
Frammentazione. Destrutturazione dei pensieri.
Subconscio. Deja vu. Pensiero critico.
Chi li conosce li comprende. 
Chi come me poco è addentrato nella materia, 
cerca di prendere
le notizie che emergono dal film.
Per me un po' confuse e non così chiare. 
Il problema potrebbe essere solo mio, in questo caso.
Oltre alle emozioni protagoniste si intrecciano la serenità, 
la gratitudine, l'allegria, la simpatia, 
l'ironia, l'insolenza, la solitudine, 
l'infelicità (che non è la tristezza), il coraggio, la paura.
I sentimenti che ci "agitano" sono tanti e le sfumature, 
se vogliamo continuare a parlare di colori, davvero moltissime.



Mentre guardavo il film mi sono immedesimata nella bimba undicenne protagonista 
e mi sono resa conto di quante volte ci sforziamo ad essere felici a tutti i costi.
E a volere che gli altri lo siano.
Il suo è un impegno costante e faticoso e,
attraverso il continuo pretendere dell'emozione Gioia, 
di essere per forza senza preoccupazioni,
alla fine si ottiene un effetto di frustrazione e di occultamento
delle nostre impressioni, tutte.
Rendendoci grigi. Apatici. Antipatici. Incolori.



A volte piangere fa bene. E' una necessità. 
Una espressione di un'emozione.
Anche per noi adulti.
E poco importa se gli altri ci criticano per questa nostra sensibilità, 
e Gioia nel nostro cervello si innervosisce, 
è terapeutico e fa parte del nostro modo di esprimere le emozioni.
Tutte.
Dal film, non in modo eclatante secondo me, 
emerge questa importanza di lasciare ad ogni sentimento il suo valore.  
Escludendo la possibilità che nessuno si sostituisca ad un altro.
A meno di non perdere la nostra spontaneità e la nostra innocenza.

Non ho mai sopportato la frase "andrà tutto bene".
La vita e gli eventi andranno come andranno.
E sarà solo la nostra capacità di reazione agli stessi 
e la nostra attitudine a fare, eventualmente, la differenza.
E di sicuro non è annullando delle emozioni che saremo in grado di modificare le cose.

E sopporto ancora meno chi per strada esordisce con "Tutto bene?!?!".
Che è un modo per dire che non ne vuole sapere di ciò che provi 
e di come ti senti. 
E' solo un estremo atto di non accettazione delle emozioni.
Le proprie (reazioni) e le altrui (emozioni).

La felicità non è costante ed eterna.
O forse lo è in quanto accompagnata ad altre sensazioni ed emozioni.
E la tristezza prende colore con l'ascolto e l'empatia e l'accoglienza della stessa 
come veicolo per poter apprezzare ed abbracciare anche la felicità.

Il discorso sarebbe ampio. Articolato. E anche complicato.
La Pixar l'ha affrontato in maniera forse troppo rapida e semplicistica.
E ad un certo punto sembra che tutto diventi ancora più banale per poter far finire il film.
Hanno voluto sottolineare il potere di avere una famiglia e della
serenità che ne scaturisce.
L'importanza della percezione delle emozioni che magari gli altri cercano di celare.
Il non ironizzare sui sentimenti altrui.
Il considerare tutti i punti di vista.
Anche quelli più remoti.
Le metafore sono spettacolari come da un cartone animato ci si aspetta che siano.
I ricordi e i pezzetti della nostra testa che perdono colore senza entusiasmo e obiettività nel considerarli.
Lo zuccheroso Bing Bong che sparisce perché la protagonista cresce e perde la capacità di immaginare.
L'isola della "stupidera" che lascia spazio a quella della pubertà.
La confusione dei sogni.
Frasi ad effetto che ci permettono di realizzare che anche 
"un broccolo può far paura al pari di una cantina buia".
Tanti dettagli, tante riflessioni, molti spunti.
Troppi e confusi, tutti.
E l'immediatezza secondo me deve essere fondamentale in un film.
Soprattutto se così carico di messaggi che vogliono provocare reazioni ed emozioni.
L'alternativa è che non ne passi nessuno.



Il messaggio che più mi è piaciuto, e sicuramente uno tra i tanti preziosi del film,
è per chi non solo è in grado di recepirlo, ma lo desidera trovare.
Forse, giudicare gli altri per le loro emozioni, non è giusto.
Mai.
E la nostra pretesa di essere felici e di pretendere felicità siano insensati.
Quella da sola, poco può fare.
Volere essere SOLO felici non è solo desiderare di esserlo.
Una differenza piccina. Banale. Ma che fa grande differenza.
Sarà un insieme di emozioni, la resilienza e anche l'ascolto e l'abbraccio esterni, 
che ci porteranno ad essere anche felici.



Uscendo dal cinema ero commossa.
Soprattutto perché spesso non comprendiamo quanto una parola detta 
venga recepita da un altro 
con un contesto emozionale completamente differente 
e con una prospettiva a noi sconosciuta, 
e quanto possa davvero cambiare il colore della sua giornata.
E allora forse, più che un elogio alla tristezza, 
questo film credo volesse essere 
un portare alla luce l'importanza dell'accoglienza delle emozioni.
Le nostre e quelle degli altri.
E a volte, immedesimarsi e compatire è il segreto per essere più felici. 
Tutti.
Io vi auguro un sereno mercoledì.
M as Me





mercoledì 23 settembre 2015

M come Madre! La grande Madre.







M come Madre!
M come Mostra!
Mostra a Milano intitolata La Grande Madre!

A Palazzo Reale. In Piazza Duomo 12.
Oggi, Mercoledì 23 settembre 2015,
 cercherò di raccontarvi una mostra.
Che è un po' come "ballare sull'architettura".
Praticamente impossibile.
Ve la raccomando. Però.
Perché curata estremamente bene.
Da Massimiliano Gioni.
Completa e commovente.
Poderosa ed estremamente coinvolgente.

Gertrude Kaesebier. Adoration.
Foto Masme

E racconta di un amore estremo ed unico.
Come quello e solo di una Madre per i propri Figli.
Si sviluppa in 29 sale.
E attraversa la storia di questo legame attraverso l'osservazione attenta 
e le prospettive che l'hanno giudicata e trasformata.
Un amore dichiarato e rappresentato attraverso 
l'arte visiva, figurativa, scultorea, letteraria.
Ma anche vissuto ed interpretato da manifesti, video, installazioni, fotografie.
La Grande Madre offre un viaggio profondo e ampio 
di questo sentimento che va oltre la maternità. 
Raggiunge legami primordiali con la natura.
Si intreccia con miti e tradizioni di culture diverse.
Molti gli artisti presenti.
Tanti i pensatori e i critici che li hanno amati.
Ed hanno raccontato e parlato de La grande Madre.
Citarne alcuni tra i tanti è difficile: 
Edvard Munch, Freud, Marinetti, Rosa Rosà, Mina Loy, 
H. Hoch, Kafka, Duchamp, André Breton, Dalì, Frida Khalo, 
Lee Miller, Dorothea Tanning, Diane Arbus, 
Dorothea Lange, Marisa Merz,Sarah Lucas, Yoko Ono, 
Nicole Eisenman, Cattelan, Cathy Wilkes, Matt Mullican.

Nari Ward. The amazing grace.
Foto Masme

Dall'Ottocento fino alla seconda metà del Novecento.
Fino ad arrivare a noi.
Toccando storia e cultura attraverso 
anni di fermento e vivacità artistica mondiale.
Con protagonista La grande Madre.
Per terminare nell'ultima sala 
con uno spazio dedicato alla perdita, all'assenza e al ricordo.
Nulla è tralasciato. 
Tutta l'immensità ed il mistero vengono vissuti attraverso le opere presenti.
Ognuno di noi, in base alle sue conoscenze, 
alla sua storia, alle sue passioni, 
affronterà la visita di questa mostra e si soffermerà a riflettere 
e ad ammirare le opere che più attireranno la loro attenzione.

Matt Mullican. Sleeping Child.
Foto Masme

Termino riprendendo il concetto che descrivere le mostre è veramente impossibile.
E' arte. 
E ciò che trasmette rimane obiettivamente qualcosa 
di intangibile ma fortemente emozionale 
e presente sotto forma di energia ed esperienza personale.
Commovente ed entusiasmante.
Come solo l'amore. L'arte. La vita.

Se vi va, fino al 15 novembre.
La Grande Madre.
Buon mercoledì,
M as me

Con me è venuta mia figlia.
A lei ha colpito un film muto del 1900.
Bianco e nero.
Di Alice Guy-Blaché.
Un piccolo corto, di un minuto, in cui una "Fata dei Cavoli"
girando per un orto,
con un tocco di magia, dai cavoli, ne estraeva piccoli neonatini nudi.
Sono passati 115 anni.
E per una bambina del nuovo secolo,
è parso così strano che dei bambini potessero
credere che fosse la fatina a portare i figli.
Ma lo ha rivisto 20 volte.
Affascinata ed interessata e curiosa.
In ammirazione.
Anche questa è la magia de La Grande Madre!

mercoledì 16 settembre 2015

M come Martino!



M come Martino!
San Martino!
Oggi, in questo grigio e piovoso e tipico Mercoledì autunnale, 
in una città in fermento per l'imminente inizio della "Festa del Legno", 
parlerò di meteorologia.
Solitamente non lo faccio mai. Anzi, proprio del parlare del tempo, non mi interessa.
Ma siamo a metà settembre e dopo una bella estate calda 
(personalmente sempre e comunque troppo breve) 
ci siamo ritrovati con questo tempo decisamente fuori stagione.
E' solo il 16 e questa nebbiolina, 
questa pioggia e questa umidità, anticipano un autunno che è si alle porte, 
ma per cui non eravamo forse pronti.



Mentre portavo a scuola la mia bambina, 
a piedi con l'ombrello, mi ha chiesto se l'estate fosse veramente finita 
e quando avrebbe rivisto il sole e il cielo azzurro.
Le ho risposto che l'"Estate indiana" è una certezza, 
e che di sicuro prima delle rigidità dell'inverno 
avremmo avuto una settimana di tempo bello e temperature miti.
Mi ha guardato incuriosita e mi ha chiesto di ricordarle cosa fosse l'"Indian Summer".

Le ho detto che in Italia è conosciuta soprattutto come l'"Estate di San Martino".
Ed è un periodo di tempo in cui il clima straordinariamente, 
da umido e freddo e piovoso e grigio, 
diventa dolce e caldo, secco e soleggiato con il cielo azzurro e limpido 
e le temperature sopra le medie stagionali.



"E quando arriva questa estate di San Martino, mamma?"
In effetti non c'è un giorno esatto 
ma da noi che abitiamo nell'emisfero nord, 
può capitare tra la seconda metà di settembre e al massimo metà novembre.

"Cosa c'entra San Martino?"
Gli agricoltori, che una volta osservavano il meteo e il clima per il loro raccolto, 
e non avevano la televisione e la app per le previsioni del tempo, 
sapevano che verso metà novembre, di ogni anno, c'era questo repentino cambio di clima.
Come fosse quasi un ritorno d'estate.
L'11 novembre è appunto San Martino, per cui decisero di chiamarla l'"Estate di San Martino".



Osservarono inoltre che subito dopo arrivava un'ondata di freddo e gelo 
con poca differenza di temperatura tra la notte e il giorno.
E che quindi anche l'autunno, con questo regalo illusorio se non di estate, di primavera inoltrata,
 avrebbe lasciato tempo all'inverno.
Una leggenda narra inoltre che San Martino, 
che non era chiaramente ancora santo, 
stava percorrendo una strada con il suo cavallo. 
Faceva molto freddo e pioveva forte ed incontrò un anziano senza vestiti tutto infreddolito.
Martino, senza pensarci prese il suo mantello e glielo porse 
ma proprio in quel momento non solo i mantelli divennero due 
ma il tempo immediatamente diventò sereno e mite.
E quel tempo fuori stagione e particolarmente clemente durò tre giorni e mezzo 
il tempo che servì a Martino, 
incredulo del miracolo e convinto che stesse semplicemente sognando, 
di arrivare a destinazione e trovare riparo, prima che arrivasse neve e gelo.
Da questa storia in molte località ci sono ancora dei detti popolari 
che fanno riferimento proprio a questo racconto.
San Martino... tre giorni e un pocolino!
San Martino... si veste il grande ed il piccino!
Inoltre un grande poeta italiano, 
Giosué Carducci, proprio al giorno di San Martino e all'arrivo dell'inverno
ad esso legato, 
ha dedicato una sua famosa poesia. 



"Mamma e invece gli indiani? Perché si chiama Indian Summer"?
Anche in questo caso non si ha un'origine certa 
ma riferimenti a queste giornate di bel tempo nei mesi di ottobre e novembre
 prima della rigidità invernale 
si ritrovano in molti brani della letteratura anglosassone.
Negli Stati Uniti questa espressione si pensa possa riferirsi
 all'arrivo dei pellegrini sulle coste atlantiche durante proprio quei giorni di inaspettato clima mite 
e che appunto avessero poi chiamato "Estate Indiana" 
avendo trovato accoglienza da parte dei nativi americani.
Viene anche interpretata come metafora di falsità, di illusione... 
un'estate in novembre sintomo certo non di arrivo di clima buono, 
ma anzi, premonitore di clima freddo.
Gli anglosassoni ritengono che l'uso di "Estate" in questa definizione 
risalga a Shakespeare che la utilizzò in Enrico IV (Part 1, act I, scene 2)... 
"Farewell, thou latter spring; All-hallown Summer".



Essendo in effetti un fenomeno riscontrabile in autunno un po' ovunque, 
è anche parte di molte culture e tradizioni in entrambi gli emisferi, 
ed è soggetto a miti e leggende e storie territoriali.
Pertanto se ci troveremo in Germania o in Austria ma anche in Svizzera o Ungheria 
si parlerà di "Altweibersommer", letteralmente l'"Estate delle donne anziane".
In Bulgaria avremo l'"Estate dei gitani".
In Ukraina è l'"Estate delle Nonne".
In Francia e Spagna ma anche Portogallo e Serbia 
si parla come da noi dell'"Estate di San Martino".
In Olanda invece l'estate in autunno è di Santa Teresa; 
è di Santa Brigida in Svezia e di San Michele in Galles.
In Sudamerica il fenomeno viene definito "Piccola Estate" (Veranico) 
e siccome siamo nell'emisfero opposto al nostro, 
avverrà a metà maggio e spesso la sua durata è associata al famoso "El Nino".



"Mamma ma è una cosa che succede quindi sempre? 
E' sicuro che potremo godere ancora di qualche giorno di bel tempo"?
Pur rimanendo nel nome un fenomeno legato a leggende popolari, 
siano i santi, gli indiani o i gitani,
sembra che davvero in questo caso ci sia 
un reale riscontro scientifico e fisico e meteorologico.
Pertanto con questa sicurezza,
 vi saluto, e in attesa di questa illusione d'estate, 
auguro a tutti voi un buon mercoledì e una buona settimana.
A presto,
vostra M as me





mercoledì 9 settembre 2015

M come Manutenzione! Mercoledì 9 settembre 2015






M come Manutenzione.
M come Mercoledì nove settembre duemilaquindici.
M come Ma come avete trascorso i mesi estivi?
Ci siamo lasciati a luglio con l'augurio di poter trovare serenità e un po' di tempo per noi.
E la possibilità di rallentare.
Vacanza significa anche ritrovare tempo per fare ciò che rimandiamo solitamente.
Troppo presi dalle nostre routine e dai nostri impegni quotidiani.
Spero siano stati giorni belli.
Sono stata fuori e rientrando in questo settembre fatto di propositi e nuovi inizi, con queste giornate con il cielo limpido ed un sole piacevole, ho ricominciato a girare a piedi per la nostra cittadina.
Avrei voluto cominciare la serie delle mie rubriche con un titolo M come Ma che meraviglia.
Invece mi ritrovo ad iniziare con un articolo che è un reportage di una decadenza e di una desolazione indescrivibili.
M come Manutenzione.
Dei parchi. Dei giochi. Dei luoghi dove i bambini possano correre e trascorrere un po' di tempo all'aria aperta. Sicuri e in allegria.
Invece, recandomi nei parchi cittadini, Via Casartelli, Villa Calvi e Villa Argenti, quello che trovo è mancanza totale di manutenzione.
Unita sicuramente ad un'enorme mancanza di senso civico da parte dei cittadini stessi.
Questi due dati insieme sono una formula perfetta e scienza esatta per ottenere ciò che ieri ho visto.
Mi sono vergognata. Della manutenzione che non esiste. E dell'inciviltà che regna sovrana.
Quel parco è di tutti.
E soprattutto dei nostri bambini.
È un parco abbandonato a se stesso.
Sembra un parco senza vita.
Di una città fantasma.
C'erano tanti bimbi ma con poche opportunità di usufruire dei giochi.
Con l'erba alta.
Ed il tappeto antitrauma che si sbriciola sotto i loro piedi e si apiccica ai vestitini.
Con proprietari di cani che tranquillamente li facevano urinare sui pali delle altalene o alla base degli scivoli. Senza vergogna.
E i piedini dei bimbi che correvano e si bagnavano.
Loro, i nostri bambini, hanno più energia e positività di noi adulti.
Per loro questo è il parco.
Queste sono cose normali.
Consuetudini. Gridano "che schifo"!
Ma nessuno si indigna. E allontana il proprio cane.
Qualcuno fa presente che ha paura.
Ma nessuno sente.
Alla fine si abitueranno a tanta maleducazione e a tanta bruttezza.
Seguiranno delle foto. Sono di Via Casartelli.
Non aggiungo commenti.
Credo le immagini parlino da sole.
Si faccia qualcosa.
I bambini sono il nostro futuro.
Non possiamo offrire loro questo scempio!
E questi esempi di inciviltà.
Non dobbiamo trasmettere questo messaggio di disinteresse.
Mi spiace iniziare così.
Ma fa male.
Avendo già denunciato la mancanza di educazione, ora scrivo che forse, anche ordinaria e straordinaria manutenzione e controlli costanti, aiuterebbero a mantenere parchi degni di accogliere i nostri figli.
E farli sentire amati! E liberi di giocare in sicurezza.
Questo, secondo Me, non è un parco.
Riflettiamo. Tutti.
E di conseguenza, iniziamo per primi ad avere cura di ciò che abbiamo.
Mozziconi. Cartacce. Scritte.
Queste sono a noi imputabili.
Erba incolta. Tappeto inesistente. Giochi rotti (e pericolosi) senza manutenzione, mancanza di controlli perché tutti rispettino le leggi, lo facciamo presente all'amministrazione.
Insieme. Che davvero sia la parola chiave per poter offrire ai bambini dignità e rispetto attraverso la cura dei luoghi a loro destinati.
Forza. Buon Mercoledì!
M as me

Foto di Marina M.
Tutti i diritti riservati.
Ogni utilizzo senza autorizzazione è illegale.














Translate