mercoledì 16 settembre 2015

M come Martino!



M come Martino!
San Martino!
Oggi, in questo grigio e piovoso e tipico Mercoledì autunnale, 
in una città in fermento per l'imminente inizio della "Festa del Legno", 
parlerò di meteorologia.
Solitamente non lo faccio mai. Anzi, proprio del parlare del tempo, non mi interessa.
Ma siamo a metà settembre e dopo una bella estate calda 
(personalmente sempre e comunque troppo breve) 
ci siamo ritrovati con questo tempo decisamente fuori stagione.
E' solo il 16 e questa nebbiolina, 
questa pioggia e questa umidità, anticipano un autunno che è si alle porte, 
ma per cui non eravamo forse pronti.



Mentre portavo a scuola la mia bambina, 
a piedi con l'ombrello, mi ha chiesto se l'estate fosse veramente finita 
e quando avrebbe rivisto il sole e il cielo azzurro.
Le ho risposto che l'"Estate indiana" è una certezza, 
e che di sicuro prima delle rigidità dell'inverno 
avremmo avuto una settimana di tempo bello e temperature miti.
Mi ha guardato incuriosita e mi ha chiesto di ricordarle cosa fosse l'"Indian Summer".

Le ho detto che in Italia è conosciuta soprattutto come l'"Estate di San Martino".
Ed è un periodo di tempo in cui il clima straordinariamente, 
da umido e freddo e piovoso e grigio, 
diventa dolce e caldo, secco e soleggiato con il cielo azzurro e limpido 
e le temperature sopra le medie stagionali.



"E quando arriva questa estate di San Martino, mamma?"
In effetti non c'è un giorno esatto 
ma da noi che abitiamo nell'emisfero nord, 
può capitare tra la seconda metà di settembre e al massimo metà novembre.

"Cosa c'entra San Martino?"
Gli agricoltori, che una volta osservavano il meteo e il clima per il loro raccolto, 
e non avevano la televisione e la app per le previsioni del tempo, 
sapevano che verso metà novembre, di ogni anno, c'era questo repentino cambio di clima.
Come fosse quasi un ritorno d'estate.
L'11 novembre è appunto San Martino, per cui decisero di chiamarla l'"Estate di San Martino".



Osservarono inoltre che subito dopo arrivava un'ondata di freddo e gelo 
con poca differenza di temperatura tra la notte e il giorno.
E che quindi anche l'autunno, con questo regalo illusorio se non di estate, di primavera inoltrata,
 avrebbe lasciato tempo all'inverno.
Una leggenda narra inoltre che San Martino, 
che non era chiaramente ancora santo, 
stava percorrendo una strada con il suo cavallo. 
Faceva molto freddo e pioveva forte ed incontrò un anziano senza vestiti tutto infreddolito.
Martino, senza pensarci prese il suo mantello e glielo porse 
ma proprio in quel momento non solo i mantelli divennero due 
ma il tempo immediatamente diventò sereno e mite.
E quel tempo fuori stagione e particolarmente clemente durò tre giorni e mezzo 
il tempo che servì a Martino, 
incredulo del miracolo e convinto che stesse semplicemente sognando, 
di arrivare a destinazione e trovare riparo, prima che arrivasse neve e gelo.
Da questa storia in molte località ci sono ancora dei detti popolari 
che fanno riferimento proprio a questo racconto.
San Martino... tre giorni e un pocolino!
San Martino... si veste il grande ed il piccino!
Inoltre un grande poeta italiano, 
Giosué Carducci, proprio al giorno di San Martino e all'arrivo dell'inverno
ad esso legato, 
ha dedicato una sua famosa poesia. 



"Mamma e invece gli indiani? Perché si chiama Indian Summer"?
Anche in questo caso non si ha un'origine certa 
ma riferimenti a queste giornate di bel tempo nei mesi di ottobre e novembre
 prima della rigidità invernale 
si ritrovano in molti brani della letteratura anglosassone.
Negli Stati Uniti questa espressione si pensa possa riferirsi
 all'arrivo dei pellegrini sulle coste atlantiche durante proprio quei giorni di inaspettato clima mite 
e che appunto avessero poi chiamato "Estate Indiana" 
avendo trovato accoglienza da parte dei nativi americani.
Viene anche interpretata come metafora di falsità, di illusione... 
un'estate in novembre sintomo certo non di arrivo di clima buono, 
ma anzi, premonitore di clima freddo.
Gli anglosassoni ritengono che l'uso di "Estate" in questa definizione 
risalga a Shakespeare che la utilizzò in Enrico IV (Part 1, act I, scene 2)... 
"Farewell, thou latter spring; All-hallown Summer".



Essendo in effetti un fenomeno riscontrabile in autunno un po' ovunque, 
è anche parte di molte culture e tradizioni in entrambi gli emisferi, 
ed è soggetto a miti e leggende e storie territoriali.
Pertanto se ci troveremo in Germania o in Austria ma anche in Svizzera o Ungheria 
si parlerà di "Altweibersommer", letteralmente l'"Estate delle donne anziane".
In Bulgaria avremo l'"Estate dei gitani".
In Ukraina è l'"Estate delle Nonne".
In Francia e Spagna ma anche Portogallo e Serbia 
si parla come da noi dell'"Estate di San Martino".
In Olanda invece l'estate in autunno è di Santa Teresa; 
è di Santa Brigida in Svezia e di San Michele in Galles.
In Sudamerica il fenomeno viene definito "Piccola Estate" (Veranico) 
e siccome siamo nell'emisfero opposto al nostro, 
avverrà a metà maggio e spesso la sua durata è associata al famoso "El Nino".



"Mamma ma è una cosa che succede quindi sempre? 
E' sicuro che potremo godere ancora di qualche giorno di bel tempo"?
Pur rimanendo nel nome un fenomeno legato a leggende popolari, 
siano i santi, gli indiani o i gitani,
sembra che davvero in questo caso ci sia 
un reale riscontro scientifico e fisico e meteorologico.
Pertanto con questa sicurezza,
 vi saluto, e in attesa di questa illusione d'estate, 
auguro a tutti voi un buon mercoledì e una buona settimana.
A presto,
vostra M as me





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