sabato 29 novembre 2014

M come Ma grazie! Thanksgiving!



M come Ma grazie!




Festa del giorno del Ringraziamento. Thanksgiving day!
Giorno per dare grazie.
Per dire grazie e donare gratitudine. Sentirla e condividerla.

E' una delle feste nazionali americane, che a differenza di quanto si possa credere, sono meno di quelle italiane. Ed è una holiday molto sentita e vissuta e che segue con passione, e soprattutto le tramanda, tradizioni storiche e famigliari.
Si celebra il quarto (e solitamente ultimo) giovedì (Thursday) del mese di novembre.
Chiude il periodo dell'Harvest (stagione del raccolto, autunno) e apre quello delle feste invernali che in America sono Natale e Hannukah.



Una cosa di cui ancora non mi capacito è come gli americani riescano in una notte a trasformare tutte le decorazioni in casa e nei giardini da autunnali a natalizie.
La sera li saluti ed hanno zucche e composizioni verdi e arancioni e cornucopie e tacchini appesi alle finestre, e la mattina successiva ti trovi alberi di natale e le luminarie rosse o blu e presepi a misura d'uomo in giardino.

E il venerdì dopo in Ringraziamento trovano altresì tempo per andare a fare shopping in quel Venerdì nero (Black Friday) in cui gli americani impazziscono e in cui i negozi svendono (o fanno finta di svendere) a prezzi super convenienti la loro merce.
Mi chiedete se in effetti convenga veramente?
Sapete che l'unico Black Friday a cui ho partecipato fu quello, un anno, di Victoria's secrets?
Ma online. E una volta sola. Ma può darsi che ci sia effettiva possibilità di buoni affari.
Io me ne sono sempre stata in casa a godere di adorabile compagnia e a finire gli avanzi (leftovers) del giorno prima!

Io ho avuto il grande onore e privilegio di trascorrere molti Thanksgiving in America.
E l'emozione per me è stata tanta. Sempre. Ogni volta rinnovata.

Essere accolta e assorbire l'atmosfera di festa partecipando alle loro tradizioni è sempre stato per me motivo di orgoglio, entusiasmo e soprattutto, di ringraziamento.




Un anno partecipai alla bellissima parata di Macy's a NYC, in cui carri allegorici e palloni gonfiabili giganti percorrono le vie di Manhattan.
Un altro ero a DinseyWorld dove anche lì organizzano una parata spettacolare proprio per questa giornata.
Sono stata amata e considerata famiglia a Philadelphia, in Pennsylvania.
E un anno nevicò e c'era moltissima neve.
Nel 2002 ho cenato ospite di un'amica di origine russa e di suo marito di origine italiana.
Nel 2006 eravamo a Boston.
Nel 2010 c'era Sofia nella mia pancia e Vittoria e mia madre con me in Florida a celebrare il Thanksgiving ospiti della mia amata amica Jana a Boca.
Molte famiglie mi hanno accolta, negli anni, e abbracciata, nutrita di affetto e cibo delizioso.
Nel giorno del Ringraziamento, tratramandano gli americani, nessuno viene lasciato solo.
Ognuno deve avere una possibilità di condividere questa giornata in famiglia, tra amici, o semplicemente avere l'occasione per dire grazie. E avere diritto ad un pasto tradizionale.
Questa sera, Thanksgiving Day 2014, io e Vittoria siamo state invitate a Como, in centro, ad una cena organizzata per celebrare il Thanksgiving con chi è lontano dagli Stati Uniti ma vicino col cuore agli amici americani. In inglese. In perfetta tradizione americana.
Abbiamo mangiato il classico "Turkey", tacchino, che è un animale che viveva libero nel territorio americano e che i nativi offrirono ai primi pellegrini scappati dall'Inghilterra e approdati a Plymouth, in Massachussets.
E per questo rappresenta abbondanza, dono, condivisione.
Poveri tacchini!!!






La tradizione prevede inoltre che si mangi pietanze a base di zucca, cereali, mais, patate e il Tacchino appunto ripieno e accompagnato con la salsa di mirtilli selvatici (cranberries) e gravy (sughetto che rilascia il turkey durante l'interminabile cottura).
Ed ogni singolo stato dei 50, mantiene inoltre l'influenza del cibo territoriale (in Maine ci saranno aragoste e in Louisiana lo stufato) con cui si riempiono tavole e banchetti. E pance!
Il New York Times ha redatto il risultato di una ricerca e un sondaggio che meritano di essere "guardati", se non altro per le foto che ha raggruppato Stato per Stato. Se vi va date un'occhiata, ecco il link http://www.nytimes.com/interactive/2014/11/25/upshot/thanksgiving-recipes-googled-in-every-state.html
Il mio papà questa mattina mi ha chiesto perché e da quando si festeggia il Giorno del Ringraziamento.
Rispondo a lui che so che mi legge, e a coloro che fossero interessati.
Riassumo in breve anni di storia, riportando gli episodi principali.

Furono i Padri Pellegrini che, perseguitati in patria per le loro idee religiose, fuggirono dall'Inghilterra per iniziare una nuova vita nel Nuovo Mondo.
Era il 1621. Arrivarono a bordo della Mayflower, dopo un lungo ed estenuante viaggio.
Quando approdarono l'inverno era ormai vicino e molti morirono.
I nativi offrirono loro tacchini e semi e prodotti che erano tipici del territorio permettendo loro, l'anno successivo, di avere un grande raccolto per cui essere appunto grati.
Inizialmente il ringraziamento era rivolto a Dio e ai Nativi per l'abbondanza.
Successivamente l'occasione per celebrare e "dare" grazie, rimase. 
Aggiungendo magari ringraziamenti per vittorie nelle guerre d'indipendenza e civile o per la buona sorte che si aveva avuta nella comunità.
Nel 1676 si trova la prima proclamazione ufficiale di Thanksgiving, nel Massachussetts.
Ma bisogna aspettare il 1777 per trovare la prima celebrazione del Ringraziamento in contemporanea da parte delle prime 13 colonie che fondarono gli Stati Uniti (che ancora si ricordano con le 13 strisce della bandiera americana).
Sarà solo nel 1789 che il Presidente Washington dichiarerà il Thanksgiving festa nazionale per tutti gli stati.
E nel 1861 il Presidente Lincoln inizia la tradizione del discorso solenne che ogni anno da allora, ogni Presidente degli Stati Uniti d'America terrà in occasione del Thanksgiving.
Quindi da festa religiosa si trasforma in festa nazionale.
Ma nonostante ciò, prima di tagliare il tacchino, ci recita una preghiera di ringraziamento.
Per dire grazie. Per imparare a provare riconoscenza e a condividere ciò che si ha con chi ha meno. O ha cose differenti, in modo che insieme sia più bello. E più abbondante.


Io e la mia Seienne stiamo state accolte con abbracci e affetto e entusiamo.
Abbiamo cenato. Chiacchierato. Riso. Vee ha colorato i disegni che rappresentavano il Thanksgiving.
Ci hanno raccontato barzellette ed aneddoti su questa celebrazione.
Noi abbiamo condiviso i nostri.
C'erano buoni amici. C'erano candele. C'era una grande bandiera americana.
C'erano 3 differenti tipi di "pie". Un apple, un pumpkin e un peacan.



Una zuppa di Butternut Squash (una delle tantissime varietà di zucche disponibili in America) con il giger.



Corn bread e American scones.



Codfish.



Tutto delizioso. Atmosfera magica ed emozionante.



E' stata un'ulteriore giornata per cui sentirsi grati!

Una riconoscente,
M as me

Ringrazio Paola Lovisetti-Scamihorn di Passionforcooking per averci invitate ed aver organizzato con suo figlio Michael una stupenda serata. http://www.passionandcooking.com
I Figli dei Fiori di Como per averci ospitate. http://www.figlideifiori.com
Semplicemente tutto perfetto!
Thank you so much! X



mercoledì 26 novembre 2014

M come Mercoledì! Con Me e Edy Tassi

M come Mercoledì!
Con Marina, ed oggi, con Edy Tassi.



Entrambi canturine.
Incontrate per caso grazie al semplice fatto che le nostre figlie frequentassero la stessa scuola.
E diventate amiche per scelta. Per alchimia. Per stima. Per me, un onore.
Ed oggi, scrivevo, nel mio primo mercoledì ufficiale, vi parlerò di lei, di Edy Tassi.
E del suo libro.
In città ci sono molti talenti. E lei sono convinta sia tra questi.
Dal 2002 lavora con successo come traduttrice per la casa editrice Piemme.
Molti sono i libri di autori stranieri pubblicati con la sua traduzione dall'inglese all'italiano.
Tra questi ci sono diversi Best seller e Memoir (o autobiografie).
Ad Edy è affidata non solo la traduzione letterale dalla lingua originale a quella italiana, bensì il compito di adattare
dei testi ambientati in società e paesi differenti dai nostri, e renderli comprensibili e logici anche per il pubblico italiano a cui non sono stati destinati, ma che dovrà apprezzare e leggere e amare.
Il lavoro dei traduttori è una gran fatica e richiede studio e capacità appunto, non solo di traduzione, ma anche di scrittura notevoli.
E pur continuado la sua carriera come traduttrice, Edy diventa un'autrice di successo e pubblica il suo primo romanzo.

Io sono una lettrice seriale. Leggo. E molto. Non ho preconcetti o pregiudizi.
Ritengo che ogni libro possa o meno piacere, essere interessante comunque, indipendentemente da come venga spesso commercialmente catalogato.
E quando un anno fa, a scuola della mia primogenita, mi giunse voce che la mamma di una bimba sua compagna, aveva scritto e pubblicato un libro. Non ci pensai un minuto.
Recuperai il titolo ed il libro.
"Ballando con il fuoco" di Edy Tassi. Edito da Harlequin Mondandori.
Un romanzo passionale ad altissimo contenuto sensuale, è la storia di una ballerina, Arianna ed di un coreografo, Nicholas ed è ambientata nella Londra dei palcoscenici.
Non vi dirò di più.
Pagina dopo pagina scoprirete i personaggi, il loro passato, il loro carattere, chi sono e perché sono così come emergeranno dal romanzo. Il balletto classico. Prove. Vita. E dettagli. Molti.
Un ambiente da sempre affascinante e misterioso. La storia scivola veloce.
Ma è ricca di particolari e di descrizioni.
Un andamento che mi è piaciuto. Un ritmo che rimane costante.
Una scrittura, quella di Edy, veramente scorrevole. Senza forzature o stonature. Sempre elegante.
Non articolata. Non scontata. Che permette fin dalle prime pagine di restare coinvolti nelle situazioni che ci racconta.
E con parole raffinate e atmosfere sensuali, ci ritroviamo ad osservare ed assistere all'amore ed alla passione tra i protagonisti. Una passione intensa. Come un balletto.
Come il fuoco (e non a caso viene citato nel titolo!). Un amore che percepiamo come vero.
Il tutto descritto in maniera spontanea, naturale, vibrante. Che è ciò che capita quando nella vita ci si innamora e si vive una relazione d'amore. Ci sono pagine ad altissimo livello di corporalità.
Mai volgari, le parole di Edy, ci rendono spettatori di una storia di cui sapremo ogni particolare, anche i più intimi.
Edy coinvolge il lettore. Non ci dà opportunità di immaginazione. Ma ci regala pagine intense, calde, ricercate.
Ci porta in un ambiente rigido e ci avvicina ad una disciplina pesante. Creando atmosfere e situazioni credibili.
Il lettore verrà trascinato, e vorrà sapere cosa succederà tra i protagonisti, che sembreranno reali, in un crescendo di curiosità, in questa appassionata e infuocata storia d'amore.
E di questo si tratta. E in questo libro, come anche nella realtà, quando si ama, ci saranno scene voluttuose.
Mai pesanti, sempre anzi, molto piacevoli!
A me questo libro è piaciuto. Probabilmente non so se mai l'avrei scelto se non avessi saputo che fosse stato scritto da una mia concittadina.
Mi diedero il titolo. Non sapevo altro.
Ma mi sento di raccomandarvelo.
Non racconto la trama. Perché c'è e vale la pena di scoprirla pagina dopo pagina.
Vi lascio una frase:
"I movimenti cambiarono, si tinsero di qualcosa di indefinito e tutto cominciò ad avvenire come se lo era sempre immaginato". E' scritta nel libro. Se lo leggerete, la ritroverete.
Lo potete acquistare in cartaceo nelle librerie tradizionali o in versione ebook su Amazon o sui principali ebook stores.

Con Edy sono diventata amica. E sono molto orgogliosa di aver incontrato una donna talentuosa e brillante ed estremamente intelligente come lei! Di aver conosciuto una mamma amorevole e premurosa con cui confrontarmi.
E una traduttrice di indiscusse capacità e professionalità.
E un'autrice emergente con grandissime opportunità di successo.
So che sta scrivendo. So che parlerò ancora di lei!
E credo sia un orgoglio averla come concittadina.
Un abbraccio da Marina M as Me!


martedì 25 novembre 2014

M come Me, donne contro la violenza!

M come Me. Donna contro la violenza.
Oggi si ha la bacheca invasa da scarpe rosse.
Oggi tutti condividono. Commentano.
Oggi siamo tutti uniti contro la violenza. Insultando e giudicando.
Donne e uomini tutti insieme pronti a scrivere giudizi su altre donne ed altri uomini.
Tutti insieme. Incapaci di dolcezza e pace.
Condanne a priori. Urli. Offese. Violenze a tutti gli effetti.
Trovo che molte parole siano violente e piene di giudizio.
E feriscono. Me. Come donna. Madre. Amica. Sorella. Figlia.
Ogni volta che una donna muore, si muore con lei.
Ogni volta che una donna subisce violenza, tutte noi subiamo violenza.
Mi sento esclusa semplicemente perché vorrei ricevere e donare abbracci.
Almeno da chi dovrebbe comprendere. Sentire. Da chi è donna come me.

Io vorrei poter sempre contare su una società al femminile in grado di provare compassione.
Comunque. E capace di comprendere cosa ci sia dietro a gesti, silenzi, violenze.
Subite o permesse o accettate o inghiottite o incassate.
E invece siamo noi donne le prime ad attaccarci.
A creare attrito e imporre violenza.

Alimentando dolore a cuori in sofferenza e soprattutto procurando violenza a nostra volta.
Cercherò come mio solito di non essere troppo prolissa ed arrivare al punto.
Noi donne spesso siamo vittime e carnefici.
Noi stesse siamo spesso le prime a non metterci in ascolto.
Le prime a giudicare. Le prime a pregiudicare un'altra donna.
Senza andare oltre. Le prime ad essere indifferenti. O ad allontanarci.


La violenza fisica e psicologica di uomini nei nostri confronti è schifosa.
E' da combattere. Da denunciare. E rompere il silenzio una necessità.

Ma nel quotidiano noi donne siamo in grado di essere portatrici di pace? Noi per prime?

Io continuo ad assistere a violenze gratuite di donne contro altre donne.
Con le parole. Con l'indifferenza. Con la totale incapacità di empatia.
Forse se ricominciassimo tutte da oggi a ritrovare il nostro istinto primordiale di appartenenza,
e per questo di sostegno, di esigenza di dare e avere sostegno.
Per il semplice fatto di sentirci parte di una tribù. Di un gruppo all'interno di una società.
Forse, scrivevo, se ritrovassimo questa nostra istintiva capacità di comprensione e di ascolto, ecco, forse qualcosa di più potremmo riuscire a fare.
Oltre ai gesti eclatanti di oggi.
Oltre alle condivisioni sui Social.
Oltre agli insulti e alle parole.
Oltre a tutto questo fermento necessario ed utile, siamo ancora in grado di chiedere alla nostra vicina, alla mamma che vediamo ogni giorno a scuola, all'amica che diamo per scontata, alla cassiera del supermercato o alla donna che incrociamo e che spesso giudichiamo senza conoscere, come stia?
E soprattutto, quante volte non siamo nemmeno in grado di non solo ascoltare ma eventualmente considerare la sua risposta?
E quante volte noi stesse non diamo una risposta vera a chi ci chiede, per paura di un giudizio?
Non è anche questa non libertà l'inizio di una catena di violenze?
Come può una donna permettersi di giudicare un'altra donna senza andare oltre al pregiudizio?
Come può una madre, una donna, una figlia non comprendere il malessere e la disperazione dietro gesti estremi commessi o subiti da altre donne?
Che veramente oggi e sempre si possa essere sorelle, madri, figlie, donne che portano la pace.
Donne che fanno tribù.
Donne che si amano. Che tendono la mano.
Che non chiudono i cuori e le porte in faccia. Che non invidiano.
Che si mettono in ascolto. Che donano per prime il loro sostegno.
Se soltanto noi donne fossimo in grado di comprendere questo nostro potere, forse veramente ognuna di noi troverebbe sostegno e ci sentiremmo meno sole.
Avremmo meno paura.

Saremmo più libere non solo di essere noi stesse, ma di chiedere aiuto.
E soprattutto di ottenerlo senza essere giudicate.
E allora non condividiamo soltanto, ma iniziamo ad essere noi mano tesa e orecchio in ascolto ed occhi che osservano e cuori che sentono.
E la non violenza sarà meno violenta.
E l'amicizia sarà più vera.
E l'essere donna sarà seme per una società migliore in grado di crescere "maschi e femmine" che conoscono empatia e compassione e soprattutto rispetto. E saranno uomini e donne che lo coltiveranno a loro volta e lo vivranno e lo condivideranno e sosterranno.
Ma se per prime noi non ci portiamo rispetto, come possiamo trasmetterlo e poi pretenderlo?
E allora davvero. Meno giudizi. Più rispetto.
Più sostegno tra di noi. Testimoni di un istinto e di una sorellanza tribale e ancestrale prezioso dono spesso ignorato o azzittito dalla società e dalle sue aspettative.
Capaci di sentire il cuore e usare la nostra di testa.
Per essere noi per prime gli uomini e le donne che vorremmo incontrare e su cui poter contare!
E se non iniziamo da noi, oggi ed ogni giorno, a coltivare questo seme prezioso che è la condivisione ed il rispetto per noi stesse e per le altre donne e uomini, la catena della violenza non si interrompe.
Ed essere anelli per una catena di amore, oltre le scarpe rosse e i posti occupati, possa essere veramente un impegno preso oggi e vissuto nel quotidiano!
Nei confronti di tutti.
Consapevolezza che le parole e l'indifferenza sono armi.
E che invece il sostegno ed il rispetto e la comprensione senza pregiudizi sono il primo passo affinché insieme si possa davvero interrompere questa produzione di armi e le catene di violenza che creano ed alimentano solo violenza.
Pensiamoci.
Un abbraccio,
M as Me con scarpe rosse calzate come segno di appartenenza, di inclusione, di comprensione, di condivisone, di rispetto, di mani strette e abbracci sinceri! 
Per camminare insieme. Unite.
Per terminare la violenza contro le donne adesso. E per sempre.
Per stare con chi l'ha subita.
Chi la subisce.
E sperare che insieme nessuno più sarà vittima.
E proverà paura.
O si sentirà sola.

Vi lascio questa opera del Maestro Marco Massimo Verzasconi, che siamo noi.
Che interpreta questo mio pensiero. Si possa veramente partire da noi e portare pace.
E sentire pace. E moltiplicare la pace.
Grazie Marco!


lunedì 24 novembre 2014

M come Ma è arrivato!

M come Ma è finalmente arrivato!
Il Radicchio rosso (tardivo) di Treviso IGP!




Una delle nostre insalate preferite. Direttamente dal Veneto.
Bisogna aspettare almeno metà novembre per averlo.
Seminato durante l'estate nelle campagne del Parco del Sile,
fiorisce grazie alle acque sorgive di questo fiume che bagna questi terreni.
Il Consorzio IGP ne garantisce la qualità e l'autenticità ed il sapore unico per conoscitori e appassionati di questo radicchio.
E adesso che il freddo è arrivato, per un po', sarà spesso sulla nostra tavola.
Io e la mia Seienne lo amiamo.
Crudo e scondito. Rosicchiato foglia dopo foglia.
Oppure in insalata con sale rosa e aceto balsamico e un pochino di olio extra vergine di oliva.



Nota in merito all'aceto balsamico. A noi piace veramente moltissimo.
Sono diventata esperta e ne ho sempre almeno un paio di bottigliette pregiate.
Hanno aromi e sapori unici. A seconda degli anni di invecchiamento.
E sto crescendo un'intenditrice. Di insalate e di aceti.



E il Radicchio rosso di Treviso Tardivo è una delizia. Lo riconosciamo.
Dal colore e dalla forma tipica dei cespi e della radice.
Non possiamo veramente farne a meno.
Lo compriamo dal nostro negozio di frutta e verdura in centro.
Fresco. Che arriva direttamente dalle Province di Treviso e Padova dove gli abili produttori lo curano e ne permettono e garantiscono la crescita e la bontà.
Ci facciamo risotti oppure ci farciamo crepes.
Preparo lasagne o lo mettiamo sulla pizza!
Quelle foglie con il ricciolo finale ci fanno impazzire.
Siamo delle estimatrici.



Questa sera abbiamo preparato un risotto radicchio e taleggio.
E abbiamo finito la cena con un'insalata di solo radicchio.




I gambi bianchi più croccanti li ha graditi anche la Sedicimesenne.
Ce ne andiamo a letto appagate e felici per questa cena sana e che sa di inverno.
Come il Radicchio che ci piace tanto!

M as Me

#celapossofare #masme #realfoodornofood

sabato 22 novembre 2014

M come Ma cosa ci vado a fare in paradiso se poi non conosco nessuno?


M come Ma cosa ci vado a Io conSine! nperradiso se poi non conosco nessuno?

Un giorno apro Facebook e trovo questa frase.
Era la condivisione di un mio carissimo amico, di cui ho profonda stima e a cui voglio molto bene.
Che se ne intende di moda e che stimo moltissimo perché ha gusti raffinati, è fashion ed è un'enciclopedia di tendenze e di buongusto. (Oreste del blu Pinna sei tu! #sappilo).
Ed era una foto di una ragazza che indossava una t-shirt.
Sopra c'era scritto proprio questa frase.
Vera. Provocatoria. Semplice. Diretta.
Amore a prima vista!





Mi hanno colpito le maniche non troppo lunghe. 
Che sembra scivolino dalle spalle scendendo sull'inizio delle braccia.
La definizione con cui si appoggiava sulle spalle rendendole scolpite. Come piace a me.
Una scollatura discreta non a V e non rotonda. Naturale. Originale.
Una morbidezza che faceva risaltare il punto vita esaltandone le curve.
Ho notato subito la lunghezza ed il fatto che si appoggiasse sulle anche.
Il quel punto preciso che mi permette di sentirmi a mio agio e sicura di me.
Con le mie forme di donna mediterranea.
Sexy ma non volgare. Semplice ma sofisticata. 
Minimalista eccentrica e pratica.

Guardando quella condivisione provavo desiderio di poterne indossare una anche io, di quelle t-shirt!
Curioso per Faccialibro e la rete e finisco sul sito della talentuosa artista che le crea.

J is a Sinner! http://jisasinner.com




Aka Jane Mary Amadio! 
Me ne innamoro! Di questa donna e della sua linea di magliette e dei suoi messaggi.
Della sua storia. Del suo modo di vivere.
Della sua filosofia. Che è contraria alla tendenza a mimetizzarsi delle donne di oggi.
Tutte con lo stesso fisico. Lo stesso look. Le stesse non rughe cancellate da party al botox.
Tutto questo non è J is a Sinner.
E non sono io!



Jane è convinta, ed io con lei, che la donna di oggi deve essere coraggiosa e sicura di sé.
Non deve preoccuparsi affatto del giudizio degli altri su come si veste o su come semplicemente è o vuole essere. O come la società vorrebbe che fosse.
La pubblicità ci presenta un'ideale di donna che è irreale.
Disumana spesso. Troppo perfetta.
E J decide che per la sua campagna pubblicitaria vuole come testimonial donne vere.
Peccatrici. Che vivono. Mangiano. Si vestono. Sono se stesse.




E ne vanno fiere.
Di essere come sono. Di come appaiono. Di come si sentono.
Di quello che è stata la loro storia.
Testimonial del loro vissuto. Con orgoglio. Sopravvissute ma non vittime.
E scopro che per Jane essere "sinner" significa vivere in libertà senza essere condizionati dall'apparire.
Scrivo a Jane. Devo dirle quanto mi piace e mi risponde:
"Io prima di tutto mi sento una peccatrice. E che cosa ci andrei a fare in paradiso se poi non conosco nessuno".

J è la prima Sinner! E' di una simpatia contagiosa. E' come se mi conoscesse da sempre.
E' forte. Delicata. Divertente. Intelligente.
Con la sua collezione di t-shirt ha fatto coming out e si è fatta voce di tutto ciò che la società spesso considera e soprattutto giudica peccato. Che invece peccato non è.
Essere gay. Essere "cattive" ragazze. Essere curvy. Essere magre.
Allattare in pubblico. Magari una bimba di sedici mesi. Avere tatuaggi. Non averne.
Essere single. Essere madri.
Parlare di vita e di morte.
Insomma, essere se stessi non significa essere dalla parte sbagliata.
E se essere se stessi significa essere Sinners, peccatori, anche M is a Sinner!




Jane e le sue t-shirts e i suoi messaggi sono un successo.
Le trovate indossate ovunque da Mosca a Miami a Malta e in giro per l'Italia.
Addosso a M as Me.
Sul Lago di Como. Per le strade del mondo.
Con Me.
Che sono io con le mie rughe. Il mio corpo. Che sono originali.
E ognuno porti in giro se stesso cercando di essere libero di essere ciò che lo fa sentire bene.
E va bene qualsiasi se stesso, purché sia derivato dal proprio pensiero e dalla libertà.
E non dal giudizio altrui!

M come Maglietta! Io giro spesso con le magliette. Manica corta, t-shirt appunto.
Oppure a maniche lunghe.
Ne ho moltissime. Bianche. E nere.
Mi piacciono che siano femminili. Morbide.
Che abbiano delle linee originali e siano soprattutto in cotone leggero e fresco.
Che vengano prodotte in Italia.
E dimostrino carattere e personalità.
Le indosso con i jeans. Con i pantaloni eleganti. Con le gonne lunghe.
Con quelle corte (sempre meno avendo superato i quaranta e per scelta personale!).
Da sole. Con il golfino del twin set in cashmere. Con la giacca a 3 bottoni.
Con il doppiopetto. Con un foulard al collo. Con gli orecchini di perle.
Sotto una felpa caldissima.
E adesso che ho scoperto questa linea creata da una talentuosa artista, ho iniziato la mia collezione!
M come Mai più senza le t-shirt di J is a Sinner!
Made in Italy in tessuto 100% cotone morbido, leggero, delicato, fresco che sembra una preziosa garza. Che avvolge senza opprimere.



M come Messaggi! Ogni maglietta ha un messaggio. Semplice e diretto.
E mi diverto moltissimo indossarli e provocare reazioni.
J con le sue magliette dice al mondo che è meraviglioso essere se stessi.
E che se di peccato vogliamo proprio parlare ognuno di noi è peccatore.
E chi giudica, sia senza peccato. O taccia!
E che forse, essere se stessi, pensare con la propria testa, dire con rispetto la propria opinione, rispettare quella degli altri, accettare ed abbracciare le differenze con affetto, non omologarsi a quello che la società impone, e amare, non permettere che un giudizio modifichi il nostro essere, andare per la propria strada e a testa alta, ecco, se questo significa per i benpensanti essere peccatori...
di nuovo dichiaro che anche M è una sinner!
Io allatto mia figlia che a 16 mesi. Io parlo di mia figlia Sofia. Che è morta.
Racconto di me. Dei miei amici. Sono per la libertà di essere se stessi.
Non giudico e soprattutto non benpenso a priori perché qualcuno mi ha detto che benpensando finisco in paradiso.
Che poi veramente, cosa ci vado a fare se non ci trovo nessuno?
Leggere e viaggiare e amare. Mangiare sano. Ridere. Rispettare. Apprezzare. Respirare.
E amare ancora.
La collezione invernale J is a Sinner tra i messaggi ne ha uno che adoro e recita:
"Avete questo modello in una taglia per persone che mangiano"?
E' in co-branding con AmeMaia.
Curiosate. Trovate versione t-shirt e versione felpa. Sono stupende.
La qualità è davvero tra le migliori che si possa trovare.

http://www.amemaia.com/j-is-a-sinner/92-donna-felpa-felpa-j-is-a-sinner-do-you-have-this.html





E forse se il paradiso esiste, ci ritroverò invece un sacco di gente!
Di quella che non giudica.
Che vive nel rispetto del suo proprio essere e di quello degli altri.
Per essere belli dobbiamo solo essere noi stessi.
E nella nuova collezione J lo dice... ergo, lo scrive!
I suoi messaggi non sono mai scontati. Fanno riflettere.
Ci permettono di liberarci dai giudizi che non ci permettono a loro volta di essere liberi.
Queste t-shirt io le trovo molto fashion. Alternative ed originali.
Anche Vogue in un suo articolo di una settimana fa raccontava di come questi messaggi siano formidabili e simpatici e assolutamente oramai un classico e si abbinano a tutto!
Versatili. Pratiche. Belle. Io amo il cotone di queste magliette.
M come Mai più senza!
E grazie a Jane! Che mi ha dato fiducia. Che ha saputo apprezzare la Sinner che è in Me!
Entusiasta e peccatrice,
vostra M as me!

Trovate le tshirts nei seguenti negozi: http://jisasinner.com/punti-vendita

E per la capsule invernale t-shirts e felpe shop online at http://www.amemaia.com


M as Me per "I am not my grief" e per #breakthesilence campaign in J is a Sinner per il Babyloss awareness month! Blu Pinna. Modello J is a Sinner faces collection.




mercoledì 19 novembre 2014

M come Mercoledì!



M come Mercoledì.
Io nasco proprio un mercoledì! Di qualche anno fa!





Amo da sempre questo giorno della settimana.
Che è, come lo definiscono i tedeschi, che sono conosciuti per essere precisi, "Mittwoch".

Metà settimana.
Così lo chiamano anche i finlandesi e gli ungheresi. Giorno nel centro. 
E in effetti considerando l'inizio della settimana la domenica, mercoledì è il quarto giorno.
Ne ha tre prima e tre dopo. Di giorni.
E Mercoledì sta nel mezzo.
Lì. Ben sicuro di sé.
Riconoscente per i tre giorni che ha trascorso.
Carico di energia per quelli che stanno arrivando.

M come Mercoledì.
Che deve il suo nome in italiano alle origini latine ed è il giorno dedicato a Mercurio.
Un pianeta, il più interno del sistema solare e il più vicino al Sole!
E' il più piccolo (ecco qui ci sarebbe da discutere essendo io i soliti 180 cm) ma con l'orbita più eccentrica. E qui il paragone regge un pochino meglio.
Di eccentricità ne ho da distribuire in abbondanza.
Mercurio che deve il nome a sua volta ad un dio della mitologia greca (Hermes), che era il messaggero degli dei.
Hermes (anche qui ogni riferimento a meravigliosi artigiani francesi è puramente casuale! Ma obiettivamente chi mi conosce sa quanto possa anche non esserlo, così casuale!). Per dire.
Ma continuiamo.
Dio protettore dei viaggi e dei viaggiatori. E direi che ancora una volta tutto torna.
Dio della comunicazione.
Io grande comunicatore (E va beh fatemelo almeno scrivere, se proprio non potete farmelo credere).
E poi, last ma non least, Mercurio era il portatore dei sogni. Immagine stupenda!
E il conduttore delle anime dei morti negli inferi. Ops!
Ma qua, da peccatrice, ex party girl in pensione, diciamo che ci sta come metafora.
Seguirà post approfondito su Me as a sinner!

Hemes è una divinità dalle ali ai piedi, è il più fuggevole e indifinito Dio appartenente all'universo mitologico greco-romano.
Viene descritto come il detentore delle verità invisibili agli occhi umani, nascoste perché esclusive conquiste per simpatia e amore delle anime evolute.
Sono sim-patica. E amo!





M come Mercoledì giorno di Mercurio!
Che per i romani era il Dio dei ladri e dei truffatori.
Qua diciamo che se vogliamo trovare un'interpretazione, essendo io alternativa alle blogger ed ai giornalisti ed ai fotografi, meglio che Mercurio protegga anche Me,
non ladra di professione ma di professioni.
Ma anche il dio degli scambi e del mercato e del commercio.
Appunto, prosivendola in carriera.




In inglese Mercoledì è Wednesday e la divinità ricordata è un'altra.

E' Wotan. Certo Odino che è la personificazione del sacro e del "totalmente Altro".
Marina aka M as Me potrebbe bastare per trovare una relazione con Odino?!?
Ma anche no ma se vado oltre e continuo a leggere trovo che Wotan è associato alla sapienza, all'ispirazione poetica, alla profezia e alla guerra e alla vittoria.
Qua trovare metafore con Me sarebbe come peccare di una enorme presunzione.
Riporto però per precisione di cronaca che Odino era  anche il più antico degli dei e il creatore del mondo e di tutte le cose, personificazione della sorgente stessa del tutto.
Conoscitore delle essenze più antiche e profonde.
La sua conoscenza è magia e poesia al tempo stesso.
E questo giorno di mezzo ha mica poca importanza per gli anglosassoni per averlo dedicato a questa divinità!

Insomma a parte questa descrizione bellissima ma decisamente pretenziosa ed onnipotente del dio del mercoledì per trovare somiglianze con Me, a me questo giorno piace proprio!
E un po' mi somiglia. Il Mercoledì. Mediatore. Riflessivo.
Lo sento proprio M come Mio!
E dopo questa, come sempre breve e sintetica premessa (prrrrr mi merito una pernacchia da sola),
vi comunico la ragione di questo post.

M come Mercoledì è una rubrica che M as Me terrà 
ogni mercoledì appunto, 
sul sito 
Cantù News.

Non so cosa ne uscirà. Mi sento onorata e privilegiata per avere avuto questa occasione.
Mi sento presuntuosa per averla accettata.
Con umiltà cercherò di diventare un contributor sim-patico. E serio. E innamorato.
Grazie a chi mi seguirà. Cercherò di essere me anche nel Mercoledì in mia compagnia.
Seguite Me! #celapossofare e farò del mio meglio. Questo ve lo assicuro.
Grazie!

Buon Mercoledì!
Vostra, "Emesmì"



lunedì 17 novembre 2014

M come Mio figlio è troppo piccolo!



M come... 
"Mio figlio è troppo piccolo! E il mare troppo grosso"!


Oggi, 17 novembre, è la giornata in cui nel mondo si celebra e si informa e si parla dei Bimbi nati pretermine. World Prematurity Day.
Un bimbo su dieci nasce piccino, piccolo piccolo, prima delle 37 settimane di gestazione.
Una famiglia su dieci deve affrontare una nascita prima del tempo.
Non prevista. Non come immaginata. Non come sognata.
Improvvisamente. Per salvare il bimbo. Inaspettata. Traumatica.

Questa nascita rimarrà un'esperienza piena di paura e di ansia per questi genitori. E per chi li ama.
Le Terapie Intensive Neonatali (TIN) cercheranno di mettere a frutto i loro "tesori", e salvare tutti questi bimbi piccoli piccoli.
Qualcuno sopravviverà. Altri no. Nonostante gli interventi ed il massimo impegno dei Medici.
Ricordo che in Italia esiste un'Associazione, CiaoLapo Onlus, che accoglie i genitori che non solo hanno vissuto una nascita prematura, ma anche la morte del loro piccino.
www.ciaolapo.it Affidatevi ai loro abbracci seri e professionali. Non sentitevi soli.

La scienza negli ultimi anni permette la sopravvivvenza di neonati sempre più piccini.
Le cure che richiedono questi Bambini sono specialistiche e all'avanguardia.
Indispensabile però anche il supporto relazionale ed affettivo per questi "piccoli piccoli".
E per le loro famiglie. Che dovranno affrontare giorni o settimane tra paura e speranza.
Per tutti quella nascita sarà "un terribile giorno di burrasca".

In cui un "cucciolo così piccolo che non sembra neppure" un bambino, nasce senza che la mamma e il papà siano pronti ad affrontare il suo arrivo.

"C'era una volta un delfino piccolo piccolo"



è un dono prezioso.
Una storia meravigliosa di una nascita pretermine. 
Da leggere, da condividere, da tenere preziosa per ricordare. Per rielaborare quanto accaduto. 
Con i fratellini e con chi sopravvive e con i nonni e con chi vive come spettatore un'esperienza così traumatica per tutti.



Il libro narra, con le immagini bellissime di Giulia Re, Mamma di un bimbo prematuro che conosce esattamente questa esperienza e che racconta attraverso queste illustrazioni che commuovono e trasportano ed esprimono tutte le emozioni da lei vissute su carta, e con le parole semplici ed immediate e dolcissime di Emanuela Nava, l'avventura di questa Mamma Delfino, "più agitata di un'onda in tempesta".
A cui nasce un delfino piccolo piccolo, in un giorno in cui "il mare era mosso e la corrente così forte".




Ed di un papà che trattiene l'aria e la paura e corre a chiedere aiuto.
Alla ricerca di un tesoro che possa salvare il suo piccino.
La storia è di quelle che non puoi trattenere le lacrime.
E' stata pubblicata dalle edizioni Carthusia.
Le ultime pagine sono dedicate al ricordo. 
Verranno compilate dai genitori che hanno vissuto quei momenti. E che ripercorreranno in maniera dolce ed emozionante attraverso la storia dei delfini.
Sabato, quando alla liberia Libux mi hanno presentato questo libro il mio respiro è divenuto pesante.
Il cuore batteva forte. Il mio pensiero a tutti quei bimbi che ho conosciuto attraverso i racconti delle loro Madri.
Il delfino piccolo piccolo sopravviverà.



Ed io sento che l'amore e la sim-patia per queste famiglie è profonda.

E ad ogni respiro che i vostri bimbi saranno in grado di respirare, rinasceremo con loro. 
Con voi.




In una catena che è amore. Che è vita. Che è storia. Che è riconoscenza.
Oltre a quello che è o è stato o sarà il finale.
A voi Amiche mamme, dedico questo post.
Raccontateci di voi. Del vostro giorno di burrasca. Quando i vostri Bimbi piccoli piccoli sono nati.
E delle vostre ansie. Delle vostre paure. Del vostro amore.
Sappiate che per ogni respiro di ogni bimbo che sopravvive, noi rinasciamo con voi, nonostante i nostri non respireranno più. E per noi questa è vita. E' amore. E' respiro stesso.

Grazie davvero a tutte voi Mamme di bimbi piccoli piccoli, a chi ha un delfino che nuota nel mare della vita e a chi ha piccoli delfini che continuano a nuotare nel mare del cielo. 

A tutte davvero grazie per la vostra preziosa testimonianza!
Grazie alle TIN che con grande professionalità ed empatia vivono le nostre storie quotidianamente cercando di rimanere in equilibrio costante con il filo sottile che separa la vita e la morte.
Grazie davvero al vostro impegno. Alla vostra dedizione. Al vostro raccontare.
Di amore e di speranza e di paura. Ma soprattutto di amore.
Regalerei ad ognuno di voi questo libro. Ve lo raccomando però.
Una parte del ricavato andrà all'Associazione Tincontro dell'Ospedale Del Ponte di Varese.
Lo si trova in tutte le librerie. A Cantù c/o Libux.




E' un dono prezioso per tutti. Per voi. Per noi.
Grazie a chi ha reso possibile questo progetto. A chi l'ha scritto e a chi l'ha illustrato.
A chi lo suggerisce come dono. Alle Associazioni delle TIN. A chi c'è e a chi ci sarà.

E' uno di quei libri che è amore. Emozione. Ricordo. Commozione. Abbraccio. Condivisione.
Buona giornata mondiale del Bimbo nato pretermine!

Con profondo affetto e sim-patia,
M as Me


Foto M as Me del bimbo su una delle bellissime torte che c'erano ieri in Ospeale Valduce di Como per celebrare il World Prematury Day.
Party curato dai tanti volontari e amici della TIN, dai Medici e dgli infermieri e da Ben Event di Como.
Grazie davvero a tutti.

Immagini tratte dal libro "C'era una volta un delfino piccolo piccolo".


domenica 16 novembre 2014

M come Mattina! Con i pancakes!

M come Mattina! Sveglia alle 7. Che per noi è come se fossero le 10! Una mamma e due bimbe.

Colazione con Pancakes. Americani!





Quelli che la maggior parte degli americani pensa si preparino con la polvere che si trova nelle scatole che vendono nei supermercati. Alla quale va semplicemente aggiunto dell'acqua.
E nella migliore delle versioni, un bicchiere di latte.




M as Me ha una ricetta velocissima.
E siccome Vee, avendo trascorso molto tempo in Florida li adora, ho dovuto svilupparne una il cui risultato fosse il più simile possibile a quello dei diners dove solitamente mangiamo i migliori.
Ve la propongo. Scrivetemi, nel caso vi venisse voglia di pancakes, se vi piaceranno!
Il segreto è uno solo: quando l'impasto viene versato sull'antiaderente, deve fare del "bubbling"... fare le bollicine.




Se così è significa che temperatura pentola o piastra (mai estremamente calda) e consistenza impasto sono perfetti ed il risultato sarà veramente strepitoso!

Quando ho amici per colazione li preparo sempre. Li faccio anche nella versione "silver dollar". Praticamente più piccoli, della dimensione della moneta da un dollaro in argento.
Qualche volta Vee me li chiede anche per cena o merenda. Poco americano.
Ma ottima alternativa e infinita opportunità di accompagnamento.
Dalla frutta all'insalata. Dallo yogurt alle uova strapazzate. Le possibilità molteplici.
Con un'unica ricetta semplice di partenza. Questa.
Con cui otterrete una decina di Pancakes dimensione media.

160 grammi farina autolievitante 
1 uovo
1 cucchiaino di zucchero
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di burro (da sciogliere)
1 bicchiere di latte (230 ml circa)

L'impasto deve essere non troppo liquido e non troppo denso.
Versato in padella si deve adattare ma non espandersi e iniziare a fare le bollicine praticamente subito. Quando le bollicine diventeranno fisse e non "bollicineranno" più, girateli!
Pochi secondi per colorare anche l'altra faccia del pacake e toglieteli dalla piastra.
Regolatelo aggiungendo un pochino di farina o un pochino di latte.
Vee con sciroppo d'acero.
Liv senza nulla.




Diventerete esperte e lo farete ad occhi chiusi!
E' una ricetta velocissima. Semplicissima. Deliziosa!
E ricordate che se #celapossofare io, ce la può fare chiunque!
Buona domenica Mattina!

Con la pancia piena di pancakes,
M as Me


giovedì 13 novembre 2014

M come Magia! Robert Tiso

M come Magia! Acqua. Cristallo. E Musica!

Oggi ho avuto una enorme opportunità. Ho incontrato ed avuto l'onore ed il privilegio di ascoltare
il Maestro Robert Tisowww.roberttiso.com

Un artista geniale. Un musicista polistrumentista che ha però deciso di dedicare oramai più di dieci anni della sua vita a studiare e suonare esclusivamente il "cristallofono".
In perfetto stile M as me gli ho ovviamente detto che a Me quella parola per definire il suo strumento non piaceva particolarmente. Mi ha risposto che l'ha inventata lui. E gli spiaceva molto non mi piacesse. Mi ha subito chiesto se fossi americana. Vedendomi in evidente imbarazzo.



Lui è italo-inglese. Parla perfettamente entrambe le lingue. Gira il mondo.
Dove è acclamato e famoso e dove si esibisce con la sua Glass Harp.
Un cristallofono appunto come lo chiama lui. Da cui non si separa mai.
E che ogni musicista deve costruirsi.

Lo strumento che suona è un'armonica a bicchieri. Uno strumento a cristalli. Un organo angelico.
E come scherzando lo ha definito lui un "party trick". Un gioco di magia con cui esibirsi alle feste.



E' simpatico Robert. Si scusa perché non può darmi la mano.
Le pulisce con una pietra pomice per poterle poi inumidire ogni volta che deve suonare.
E non avere residui che comprometterebbero lo scivolamento e la conseguente variazione delle note.
Lui suona in pratica una cassa di legno su cui sono appoggiati sopra 39 bicchieri a calice in cristallo.
Ogni volta riempiti con acqua distillata e accordati (intonati forse è più corretto scrivere) ad orecchio, per poterli far risuonare con lo sfioramento dei bordi con i polpastrelli delle mani, cosicché possano produrre questo suono così caratteristico.
Un suono incredibilmente ipnotizzante, magico, dolcissimo e malinconico.
Robert ne vorrebbe aggiungere altri di cristalli. Ma poi supererebbe la dimensione massima consentita per viaggiare in aereo col suo strumento. Così copre un'estensione di quasi cinque ottave.

La storia di questo strumento è antica. Se ne parla prima della nascita di Cristo. E poi a metà del 1400 e successivamente compositori come Mozart o Tchaikovsky hanno scritto partiture specifiche per questi cristalli.
Lo strumento che produce un suono il più simile al cristallofono è la celesta.
Ma la particolarità dei cristalli è la creazione di un suono sofisticato in cui non si percepiscono gli attacchi delle varie note.
Crea suggestioni ed è evocativo.
Incanta. Io sono rimasta sorpresa e meravigliata e veramente un po' ipnotizzata nell'ascoltare dal vivo (e in una sala non acusticamente predisposta per la musica tra l'altro) il suono di questo strumento.
Tanto che per alcuni periodi fu considerato anche disturbatore.
Nel senso che si è creduto che provocasse disturbi nervosi a chi lo suonasse o anche ascoltasse semplicemente. Fu usato per indurre al trance e per ipnotizzare.
E' stato considerato dannoso per mente ed udito.
Uno strumento affascinante e controverso.
Robert che lo suona costantemente è sereno, felice e il classico musicista appassionato ed entusiasta. Pieno di fascino e mistero. Come ogni genio che si rispetti. Ci tiene a specificare che nessuno ha mai in effetti provato correlazione tra questo suono e le psicosi o altre malattie. Crea un'atmosfera ancora più surreale e magica.
Entriamo in confidenza. Chiacchieriamo in inglese.
Mi racconta che è appena rientrato da Singapore dove ha tenuto dei concerti.
Mi racconta che ha lavorato a Las Vegas ma viaggiare negli Stati Uniti con il suo strumento è drammatico perché ogni volta la sicurezza gli rompe dei bicchieri. E a lui dispiace molto.
E che si esibirà a Macao!
Oggi grazie ad una Maestra, la Signora Elisabetta Nicolosi che è sua fan, era nella sala consigliare del Municipio di Montorfano, in provincia di Como, ed ha suonato per i bambini della prima e seconda elementare. Lo hanno acclamato come una rockstar! Hanno voluto farsi fotografare con lui.



Erano anche loro incantati. Erano affascinati. Curiosi. Hanno tutti apprezzato moltissimo.
Forse non totalmente consapevoli di che grande opportunità abbiano avuto.
Un'occasione unica. Un'emozione grande. Per tutti noi che abbiamo ascoltato la musica del suo strumento a bicchieri di cristallo.
Mentre scrivo mi sembra ancora di sentire nelle orecchie il suono etereo e davvero magico e avvolgente dell'arpa a cristalli.
Musica che è magia. Come il cristallo che la produce insieme all'acqua.
Elementi a loro volta primordiali e intrisi di fascino.
Robert ci ha suonato dei pezzi di Mozart, Bach e Beethoven (Per Elisa). Un pezzo per il violoncello. Solo per me. Prima che iniziasse il concerto. Il suo repertorio è infinito. Lui adatta gli spartiti al suo strumento e alterna musica classica e musica contemporanea.

Ci ha regalato un'incredibile "Danza della fata dei confetti" (Suite da Lo Schiaccianoci) di Tchaikovsky che scrisse esclusivamente e appositamente per la glass harp!

https://www.youtube.com/watch?v=HZqJOCbouZ8&feature=youtu.be






E che veramente sentita suonare dall'armonica a cristalli sembrava di vedere danzare la fata che veloce si muoveva nel salone affrescato di angeli e divinità.
Sopra le tue spalle o vicino alla tua testa. Brividi. Sembrava fosse lì! Di percepirla.
Ho riguardato con le mie bambine i video che non ho potuto non riprendere questa mattina.
Ho voluto e dovuto condividere con loro il mio entusiasmo per questa Magia a cui ho assistito.
E si sono addormentate con il suono dello strumento degli angeli suonato dal bravissimo e talentuoso e magico Robert Tiso.
E della sua Ninna Nanna in movimento.
Robert non può permettersi di guardare spartiti durante l'esecuzione.
Per cui memorizza tutto e suona ad orecchio.
Questo mio entusiasmo e la mia commozione spero io possa trasmetterla anche qui.
Sono riconoscente davvero per aver avuto questa inestimabile opportunità.
Grazie alla Maestra Elisabetta, a Riccardo Bianchi. Che ieri mi ha fatto ascoltare un video senza mostrarmelo e mi ha chiesto che strumento fosse! Ed io ho risposto immediatamente: dei bicchieri di cristallo! Guadagnandomi questa occasione! Grazie davvero!
Grazie soprattutto al Maestro Robert Tiso!
Di cuore grazie per trasmettere questa sua passione per questo strumento così originale e particolare e poco diffuso che produce uno dei suoni più indescrivibili e particolari che io abbia mai ascoltato.
Sono ufficialmente una grandissima ammiratrice di questo talentuoso musicista e fanatica del suo cristallofono!
Good luck Robert and I love you! Thank you for your talent and heart and your precious unique beautiful and magical glass harp!
#celapossofare e mi addormenterò con questi suoni e con la magia del suono della Fata dei confetti che non posso smettere di sentire nelle mie orecchie!
Incantata! Veramente sono rimasta semplicemente incantata!

Una riconoscente,
M as Me!







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