domenica 2 novembre 2014

M come Ma son soddisfazioni!

M come Ma son soddisfazioni! Questa sera ho scoperto di essere stata la sola ad aver acquistato il libro Adulterio di Coehlo alla libreria Libux! Gran soddisfazioni! Ma da una che sognava lo Sperelli e considera Il Piacere di D'Annunzio il suo romanzo di iniziazione un po' a tutto, c'è poco da fare! Per cui passi pure che Adulterio sia una sua esclusiva sul territorio canturino! La serata a teatro per la rassegna di novembre, iniziata questa sera, dove ci saranno i libri come protagonisti in scena, è stata piacevole. Io e Barbara ci siamo sentite quasi attrici di una puntata di Sex and the City. No, aspettate. Mi correggo. Molto poco in the City. Ma molto sexy. Noi. Che crediamo che la cultura non abbia un dress code. Si può essere lettori insaziabili e assetati di cultura e girare in stiletto e avere uno stile differente dal tipico dress code che spesso uniforma i gruppi culturali e intellettuali in Italia? Si riesce ad essere ed apparire? Spesso ancora si identifica la voglia di sapere e di cultura in determinati capi di abbigliamento. Come ha potuto la cultura impadronirsi di determinate caratteristiche di un certo stile e farle diventare sue testimonial? Io ritengo che la cultura debba essere oggi dress code free. Permettere a chiunque di essere ciò che è. Libero di essere soprattutto se stesso. Oppure che ognuno mantenga il suo code, cioè il suo stile. E con questo comunichi al mondo la sua filosofia, le sue origini, i suoi gusti. Ma non la sua appartenenza culturale. L'espressione della propria identità, anche culturale, deve essere libera. Il nostro dress code deve raccontare ciò che siamo. Ma non deve etichettare i limiti di ciò che sappiamo. O potremmo sapere. Il nostro cervello non deve avere imposizioni. Il nostro corpo deve essere espressione di ciò che sentiamo, viviamo, conosciamo. E rappresentare la testa. Essere interessanti non significa per forza non apparire interessanti. Libertà di espressione e movimento e abbigliamento. E scegliere anche di essere fashion non significa rinunciare al sapere. L'alternativa sarebbe insomma un po' come giudicare il libro dalla copertina. O una libreria dalla porta di ingresso. Il dress code della cultura sia libero. Trasgressivo. Alternativo. Differente per ognuno di noi. Anche perché per essere sexy ci serve alla fine comunque il cervello. E quello lo puoi solo riempire, arricchire, allenare. E puoi vestirti o travestirti. Apparire. O essere. Ma alla fine ciò che mostreremo sarà ciò che veramente conta ma che non si vede: la nostra essenza e la nostra intelligenza. In sandali tedeschi o tacco 12 italiane!
#celapossofare #feedyoursoul #sexybrain


Serie "Details". Anche le fashionistas leggono. E frequentano teatri!



Serie "Details". Bollicine e sguardo di chi legge Adulterio e Il Piacere. E non se ne vergogna!
(No vabbè il selfie no!)


Serie "Details". Va in scena Libux.




Serie "Details". The city.



Serie "Details". Sexy in the City.



Serie "Details". Mostra collettiva "Ai confini della forma".



Serie "Details". Smart and Sexy! 

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