M come Meravigliosa opportunità.
M come Medie.
M come Me che è stata invitata,
a raccontare di "F come Food",
ai ragazzi delle scuole Medie.
Un'esperienza che mi ha molto emozionata.
Loro sono il futuro più prossimo.
Loro stanno concludendo l'anno delle scuole considerate dell'obbligo.
Che altro non sono che un enorme privilegio.
Offerto e garantito a tutti.
Scuole di passaggio degli anni più tormentosi e al tempo stesso meravigliosi.
Mi hanno accolto con entusiasmo. Tutti.
Mi hanno abbracciato con i loro sguardi curiosi e pieni di voglia di sapere.
Le loro tshirts. Le loro felpe. Le loro domande.
Espressione della loro personalità in trasformazione.
Ho augurato loro di fare,
e soprattutto di essere,
la differenza.
Di coltivare le loro doti. I loro talenti.
Con l'entusiasmo dei loro pochi anni
e con la speranza di chi ha davanti una vita.
Ho detto loro di studiare la lingua inglese.
Che li porterà ovunque ed in ogni parte del mondo.
E di parlarla. Di scoprirla. Di amarla.
Che è semplice, E solo per questo è diventata così popolare.
E' una lingua immediata.
Senza troppe declinazioni o regole grammaticali.
Informale come solo l'inglese sa essere.
Un'unica seconda persona singolare e plurale.
Un YOU che va bene per Mr. Obama o per il mio amico Mario.
Un "beautiful" che è perfetto per la mia bambina,
per il fiore, per gli occhi e per le stelle!
E per qualsiasi cosa che sia bella!
Come questa lingua.
Ho parlato delle abitudini alimentari americane.
Del fatto che mangino la cena intorno alle 6 di sera.
E che il "breakfast" altro non è che l'interruzione del digiuno notturno.
E nulla ha a che fare con l'essere veloce.
Anzi, rimane il loro pasto principale e opportunità per fare il carico di energia e di amore.
Con il cibo e verso se stessi.
O da condividere con chi si ama.
Prendendosi il tempo di mangiare e di nutrirsi bene per affrontare la giornata.
Ho raccontato di come Michelle (M come Michelle!) Obama abbia
tanto desiderato diventare l'ambasciatrice del nutrirsi bene.
Iniziando a trasmettere sane abitudini ai bambini.
Con il suo arrivo alla Casa Bianca ha iniziato
una personale campagna per far comprendere a tutti
quanto il nutrirsi bene sia importante per il corpo e per l'umore.
Ha iniziato a coltivare un orto.
Ha cercato di diffondere e trasmettere messaggi che fossero diretti
e arrivassero a tutti su quanto la frutta e la verdura siano buoni.
E quanto il "junk" food (cibo spazzatura) sia non solo fuori moda,
Ho detto che i Fast food sono una parte del loro modo di vivere
in quanto spesso a pranzo non hanno tempo di fermarsi e sedersi ad un tavolo.
E negli anni Ottanta fosse diventata una cattiva necessità.
Oggi anche loro cercano di adeguarsi ed offrire cibo più vario e meno processato.
Queste catene, e sono molte di più di quelle arrivate fino a noi,
oltre ad essere fast sono anche cheap (di basso costo)
e per questo attraggono tante persone e sono diventate popolari.
Ma ho detto di quanto tutto stia girando intorno al business del biologico.
Che in America si chiama "organic".
Ho chiesto se conoscessero l'origine della parola Hot Dog.
Ed ho condiviso quella che ritengo personalmente la storia più attendibile.
Di come questi carrettini che vendevano "hot hog sausage" siano nati a New York.
E che erano la pausa pranzo veloce e golosa ed ideale di una città in piena espansione economica.
E che tante persone da ogni parte del mondo approdavano ad Ellis Island in cerca di fortuna.
I venditori gridavano "Hot Hog"... e chissà forse loro capivano "Hot Dog".
E così la salsiccia di maiale (hog) è diventato il panino a forma di bassotto per tutti.
Ho riportato delle citazioni inglesi che includessero dei cibi.
Ogni stato dei 50 stati ha i suoi cibi tradizionali.
Divenuti tali per questioni geografiche ma anche grazie alle influenze storiche e culturali.
Dovute alle diverse origini degli abitanti. E dalla condivisione delle tradizioni.
Legate al cibo. Legate alle abitudini.
E che rendono questo paese unico e multiculturale come nessun altro.
Ho raccontato del perché la cena del Thanksgiving deve includere tacchino, patate, mais e zucca.
Ho detto loro di pensare a quanti cibi che non ci appartengono siano divenuti oramai comuni anche da noi. I popcorn. I pancakes. I muffins. Gli hamburgers. I cereali del mattino.
E spero soprattutto di aver trasmesso loro un'immagine riassuntiva
di ciò che gli Stati Uniti d'America mi hanno offerto riguardo al cibo.
E di aver creato in loro curiosità e voglia di approfondire questa visione che ho offerto loro.
Li ringrazio per avermi ascoltata con tanta attenzione.
Li ringrazio perché li ho trovati splendidi e pieni di energia.
Li ringrazio perché con coraggio affronteranno
un mondo che è eredità di un passato non sempre luminoso.
Ma che sono certa saranno in grado di migliorare.
Ringrazio le insegnanti che mi hanno accolto nelle loro ore di lezione.
Ringrazio la mia amica Barbara. Professoressa Baron.
Che mi ha invitata.
Ed ha sempre fiducia in me. Dai tempi delle scuole medie.
Le nostre.
Che abbiamo condiviso insieme. A Cantù.
E fa parte delle persone belle e dei doni preziosi che rimangono e che la vita ti offre.
Che ognuno di loro possa contare e riconoscere e apprezzare
ed essere grati per questi privilegi
e queste opportunità straordinarie.
E le sappia coltivare!
E davvero mi auguro che loro possano comprendere quanto siano responsabili della loro felicità.
Che non è data dagli eventi che accadranno loro.
Ma da come loro saranno in grado di affrontarli.
Ed auguro ad ognuno di loro di saper sempre ritrovarsi
e potersi aggrappare alle loro radici per poter volare liberi e sicuri.
E di essere loro stessi.
Di crescere. Che in inglese si dice "to grow".
Ma che in inglese "to grow" significa anche "coltivare".
E lo auguro anche ad ognuno di noi.
Di trovare nelle nostre straordinarie differenze, la nostra unicità e bellezza.
E da lì ripartire. Ogni giorno.
Coltivando e crescendo la speranza e la volontà di essere noi per primi la differenza.
E la bellezza della nostra vita.
E di quella degli altri!
Buon Mercoledì,
vostra M as Me